L’Inglese e io

Posted on Dec 16, 2023

Seconda parte della prima parte.

Sono quasi quarant’anni che cerco di imparare un decente Inglese; è stata un’impresa fallimentare; mi sento ancora nella fascia bassa del livello “mediocre”. Ho l’impressione che la maggior parte delle lingue (inclusi molti dialetti italiani) sia “ortogonale” ai miei schemi neurologici, di conseguenza mi occorre una grande quantità di tempo per fare anche solo piccoli progressi.

Le regole della grammatica inglese, semplicemente, non mi stanno in testa; la coniugazione dei verbi mi ha sempre sconfitto.

Da adolescente ero demotivato, l’Inglese mi serviva a nulla; da ventenne ho cominciato a progredire quando, con grande fatica, ho iniziato a leggere romanzi in lingua originale; il primo è stato “Gerald’s Game” di Stephen King. I romanzi in inglese è come se esistessero in un’altra realtà rispetto a quella che vivo; perciò mi hanno attratto.

Di un’altra tappa importante non ricordo l’anno, ma c’era ancora la libreria Feltrinelli International a Milano; fra i miei posti preferiti di tutti i tempi (nonostante qualche commessa non olimpionica di buone maniere); non esiste piú da tanto e ho cercato il punto su Google Maps, ma non sono sicuro; forse era in piazza Cavour. Comunque, con un acquisto unico mi sono portato a casa l’intero The Baroque Cycle di Neal Stephenson; ci ho messo quasi un anno a leggerlo, senza interruzioni (nei decenni seguenti l’ho letto altre due volte).

L’esercizio attivo piú importante è stato scrivere documentazione per i miei componenti software; che sono noti a pochissimi, perciò pochissimi sanno che il mio Inglese fa schifo. A parte chi legge i miei scritti in Inglese in questo weblog; pochissimissimi.

Solo da quarantenne ho iniziato a guardare video su YouTube e, con altra grande fatica, ho migliorato molto la mia capacità di comprendere il parlato e, a volte, il cantato. Perciò, adesso, posso guardare le serie in streaming in lingua originale; c’è uno scopo finale per tutto questo tribolare!

Comunque, al giorno d’oggi, non dovrebbe essere piú un problema, no? Basta usare un traduttore software; finora non ne ho usati, per pigrizia. Come prova ho composto questa frase esistenziale:

Tu vorresti che l'opinione che i tuoi amici hanno di me
fosse importante per me; io, invece, non voglio che lo sia.

contiene un sufficiente assortimento di coniugazioni verbali; Google Translate (sito) lo digerisce in:

You would like your friends' opinion of me to be important to me;
I, however, don't want it to be.

magnifico; anche se io non tradurrei “invece” con “however”; Google Translate applicazione per smartphone lo traduce “on the other hand”. Comunque Google Translate è piú bravo di me!