Posted on Jul 27, 2020
Nelle ultime settimane ho visitato alcuni siti della pubblica amministrazione italiana, accedendo alle aree riservate ai servizi per il cittadino; mi identifico con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (spid). Finora l’esperienza è stata un misto di speranze, delusioni e irritazione.
Speranze. Il sito del Fascicolo Sanitario Elettronico della Regione Lombardia è il migliore tra quelli che ho visitato. Mi consente di aiutare chi ha bisogno, senza vivere lunghe code ai Centri Unici di Prenotazione (CUP) delle strutture sanitarie; grazie alla piattaforma pagoPA paghiamo tutto da casa e le quietanze di pagamento sono scaricabili dal sito del fascicolo, come deve essere.
Delusioni. Diversi siti di enti pubblici a cui i cittadini devono versare tasse e contributi non offrono un’area riservata da cui i cittadini stessi possano: verificare i dati dei mezzi di pagamento, per esempio i SEPA Direct Debit (SDD) attivati; scaricare le quietanze di pagamento. Questi sono tra i servizi che desideravo di piú, per mettere ordine nella contabilità personale.
Purtroppo alcuni servizi di banca telematica rendono davvero difficile distinguere, nel registro degli SDD attivati, quale SDD corrisponde a quale tassa; nel tempo, vecchi SDD vengono disabilitati e nuovi attivati, anche con lo stesso ente pubblico o società privata! Confrontare il codice mandato dello SDD sul sito dell’ente pubblico e nel registro della banca è il modo piú sicuro di tener traccia di cosa succede e, magari, riuscire a disabilitare i vecchi SDD che non sono piú utilizzati.
Irritazione. Se accedo a un servizio con le credenziali spid: significa che mi sono già identificato; l’ente che gestisce il servizio telematico può acquisire dal gestore delle credenziali spid il mio codice fiscale, sapendo che io ne sono effettivamente il titolare. Non serve altro! Il codice fiscale mi identifica univocamente. Allora perché alcuni enti pubblici, dopo l’accesso tramite spid, pretendono una ulteriore registrazione?
Per esempio, il Comune di Cremona fornisce un area riservata per i cittadini a cui si può accedere con le credenziali spid; se non che: effettuato l’accesso, il sito pretende una nuova completa registrazione con tutti i dati, inclusi la carta d’identità e il numero di telefono cellulare, altrimenti l’accesso è negato!
Conclusione. Onestamente, mi rendo conto che le norme impongono anche agli enti piú piccoli l’onere di implementare sistemi informatici davvero complessi; facendo un giro sul Forum Italia ci si può rendere conto delle difficoltà che gli enti incontrano nell’interfacciare sistemi diversi, costruiti senza standard sui protocolli di comunicazione dati. L’unica speranza è che lo sviluppo dell’applicazione IO e della piattaforma sottostante prosegua rapidamente (non tratterrò il fiato, comunque).