Finanza personale

Posted on Mon Feb 4, 2019

Per uno dei miei conti bancari (ne ho piú di uno, anche se ho pochi soldi, per difendermi dalla pirateria informatica) ho fatto una visita in agenzia per compilare il questionario mifid. Questa banca (che, peraltro, non è male riguardo ai servizi multicanale) non offre la possibilità di compilare il questionario attraverso il sito di home banking; in questo modo contano su incontri faccia a faccia per piazzare i loro prodotti.

È stata visita inutile per me e per loro.

L’unico scopo che ho, nel compilare il questionario, è fare in modo che il sistema informatico mi permetta di fare ciò che voglio quando immetto gli ordini via Internet; confermando che sono adeguati al mio profilo. Facile, dato che sono relativamente prudente.

Da un lato: la trasparenza sul contenuto dei contratti prevista dalle norme mifid è una buona cosa; quando investiamo siamo noi a prestare soldi, quindi è piú che giusto che chi li riceve ci dica tutto! Dall’altro però: ci costringe a spiattellare tutta la nostra vita economica davanti all’impiegato, che cosí (oltre a farsi i fatti nostri oltre il lecito, secondo me) ha buono gioco nel cercare di circuirci per i suoi scopi. Quando si contratta è meglio non rivelare tutto alla controparte e gli impiegati di banche e Poste sono veramente delle controparti, non fanno i nostri interessi!

Negli anni ho imparato a lasciar correre serenamente i tentativi di piazzarmi prodotti, anche palesemente non adatti a me; so che gli impiegati sono costretti a proporli: li lascio fare. Sono comunque un po’ infastidito dai tentativi di “fare quattro chiacchiere” che gli impiegati usano per “costruire un rapporto di fiducia” e intanto distrarmi dalle mie idee e decisioni. Sono maleducato malvolentieri, perciò faccio la fatica di dare un po’ di corda anche se so che è tutto falso.

Viva lo home banking!